La Mensa diocesana San Carlo di Palermo è una delle opere al centro della nuova campagna informativa della CEI.
Non è mai solo una firma. È di più, molto di più.
Il significato profondo della firma dei contribuenti: un semplice gesto, che vale migliaia di opere.
È dare ancora una volta voce alla Chiesa in uscita motivata da valori che sono quelli del Vangelo: amore, conforto, speranza, accoglienza, annuncio, fede.
Chi firma è protagonista di un cambiamento, offre sostegno a chi è in difficoltà ed è autore di una scelta solidale, frutto di una decisione consapevole, da rinnovare ogni anno. Dietro ogni progetto le risorse economiche sono state messe a frutto da sacerdoti, suore, operatori e dai tantissimi volontari, spesso il vero motore dei progetti realizzati.
Così un dormitorio, un condominio solidale, un orto sociale diventano molto di più e si traducono in luoghi di ascolto e condivisione, in mani tese verso altre mani, in occasioni di riscatto.
Quest’anno sono raccontate sette storie di speranza e di coraggio, tra cui quella della Mensa San Carlo di Palermo, nel cuore del centro storico, una mano tesa rivolta a quanti sono a rischio di esclusione sociale.
Vai al sito 8xmille Chiesa cattolica: https://www.8xmille.it/…/mensa-diocesana-san-carlo-e…
Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali
“I fondi 8xmille – spiega il vice direttore della Caritas, Don Sergio Ciresi – rappresentano la risorsa fondamentale che ha permesso di avviare la struttura nel 2004 e che consente di fare fronte alla gestione quotidiana. L’8xmille è fondamentale perché non è solo una firma; dietro quel gesto ci sono storie, c’è un sostegno, una presa in carico, un accompagnamento. È importante avere cura di quest’azione del cittadino grazie alla quale si possono mettere in atto una serie di attività e servizi. È un contributo che ci permette di sviluppare anche laboratori, come quello di musica e di pittura, e un servizio di prossimità attraverso attività di animazione”.
“La crisi del Covid ha comportato pesanti ripercussioni nella nostra città. – racconta Don Sergio nel filmato di approfondimento sull’opera palermitana.
E’ un tempo che non dimenticheremo mai, prima di tutto per la solidarietà che si è innescata, e poi per l’audacia, il coraggio, non solo di noi che svolgiamo questo servizio ogni giorno, ma di tutte quelle persone che ci hanno supportati. Noi come metodo Caritas sappiamo che per poter aiutare una persona o una famiglia dobbiamo ascoltarla per comprendere i suoi bisogni ma anche i suoi desideri. Sono migliaia le persone che hanno dovuto affrontare molte difficoltà dovute al reddito insufficiente o alla disoccupazione, a problemi abitativi, familiari, di salute o legati al loro status di migranti. In quel periodo molti ‘nuovi poveri’ hanno bussato alla nostra porta, persone che non avevano mai avuto bisogno di una mano si sono rivolte a noi per un sostegno. L’8xmille ci ha consentito di allargare il raggio di azione e, anche nel pieno del lockdown siamo rimasti sempre aperti, unica mensa a Palermo, garantendo, grazie alla nostra squadra di circa 500 volontari, la distribuzione di cestini da asporto”.
Accanto ai volontari, la ‘macchina’ della Caritas diocesana che organizza l’accesso, autorizzato da un apposito centro d’ascolto per valutare le reali esigenze e necessità dei richiedenti, ai quali viene rilasciato un tesserino personale. Il colloquio è motivato dalla necessità non solo di rilevare e discernere i bisogni ma anche di garantire una relazione che non si limiti al solo momento del pasto. Dopo alcuni mesi gli assistiti vengono ascoltati nuovamente per una rivalutazione.
“Ci siamo trovati ad affrontare un’emergenza a tutti gli effetti; mentre tutti chiudevano questo posto è rimasto sempre aperto – spiega Giovanna, responsabile della Mensa– grazie alla preziosa collaborazione di tante persone, disponibili coraggiose o incoscienti, non saprei dirlo, però tutti motivati dalla stesso obiettivo: prestare aiuto a chi in quel momento stava subendo una situazione molto più difficile della nostra”.
La Mensa è il luogo ideale per raggiungere gli ultimi, anche con il Polo diurno e notturno che ospita 24 persone, accolte con un piano individualizzato di reinserimento sociale, la raccolta e redistribuzione di viveri, il servizio docce e lavanderia. Inoltre, l’Unità mobile offre un servizio di pronto intervento su strada ai senza fissa dimora con la consegna di pasti caldi, acqua e materiale igienico-sanitario. Tutti i servizi forniti agli utenti sono completamente gratuiti. L’impegno dei volontari e degli operatori fa la differenza.
“Il bisogno di una persona non passa solo attraverso il cibo e la pancia, – spiega Manuele operatore alla Mensa San Carlo – molto spesso le persone hanno bisogno di essere sostenute e supportate verso un cammino in un momento della loro vita in cui non sanno che strada prendere. Qui trovano un sostegno e una guida per un futuro migliore”. “La pandemia l’ho vissuta qui dentro ed è stata un’opportunità – aggiunge il collega Salvatore – per abbattere tante barriere e tanti muri.”
“Ci siamo dovuti reinventare e non è stato facile perché non nascondo che anche noi – sottolinea Gianpaolo, operatore – avevamo un po’ di paura”. L’apertura della Mensa è stata fondamentale per gli ospiti come spiega Diana, operatrice “A volte avere la possibilità di parlare anche dieci minuti è molto importante. Perché al di là dei bisogni materiali, come il servizio mensa o le docce, c’è bisogno di affrontare il problema della solitudine”.
In un ambiente familiare, gli operatori condividono con gioia alcuni momenti della giornata con gli ospiti: un aiuto gratuito che non si concretizza solo nella preparazione di un pasto caldo, ma anche nel reinserimento della persona nel contesto sociale, con una rinnovata dignità. In questa logica sono stati avviati recentemente laboratori di arte, pittura e scrittura, coordinati da volontari della Caritas, con l’obiettivo di creare competenze e fornire strumenti per favorire lo sviluppo di un percorso personale di autonomia.
“Vorrei dire che non è il caso di vergognarsi – afferma Antonio, ospite della Mensa– se ci si trova in una situazione difficile, anche ad una certa età. Può essere pesante ma bisogna guardare avanti, ad ogni costo, perché in ogni caso è importante vivere la propria vita”.
La Mensa diventerà a breve anche crocevia di iniziative, pensate per i senza tetto, per fare scoprire loro i luoghi storici dove spesso stazionano per giorni o mesi.
“In questi giorni – aggiunge Don Ciresi – sta partendo un nuovo progetto di valorizzazione che, grazie al supporto dei nostri volontari, intende coinvolgere i nostri ospiti con visite guidate ad hoc. L’idea è nata da una considerazione semplice: far scoprire ai senza dimora le bellezze dei luoghi dove si fermano per la loro sopravvivenza. Pensiamo che sia giusto far conoscere loro cosa c’è dietro il cancello di un teatro o di un museo che è stato per molto tempo la loro casa.”