In prossimità della Giornata Mondiale dei Poveri, Sabato 12 Novembre 2022, alle 10,00 al Piccolo teatro Don Orione, in Via Ammiraglio Rizzo, 68 a Palermo, la Diocesi sarà invitata a confrontarsi sulla necessità di costruire un Patto Educativo condiviso sulle orme del metodo educativo del Beato Giuseppe Puglisi che con il suo lavoro quotidiano nel territorio e nella comunità ci ha indicato la strada da seguire con determinazione e senza paure.
Il cammino sinodale diocesano si snoda all’interno di un contesto storico segnato da cambiamenti epocali della società e da un passaggio cruciale della vita della Chiesa, che non è possibile ignorare: è nelle pieghe della complessità di questo contesto, nelle sue tensioni e contraddizioni, che siamo chiamati a «scrutare i segni dei tempi ed interpretarli alla luce del Vangelo» (GS, n. 4). All’interno di questo percorso comunitario e di ascolto della scrittura e delle storie vive delle persone appare significativo attivare laboratori di lavoro sui temi dell’educazione e del supporto comunitario alle persone, ai percorsi e ai patti educativi. Generare vocazioni educative e sostenere la fatica di crescere delle nuove generazioni ci deve portare a costruire una vera comunità educante. Parlare di comunità educante non significa certo soltanto demandare alla comunità la responsabilità di educare, ma piuttosto riconoscere che vi è una responsabilità diffusa verso le giovani generazioni e che tale responsabilità viene assunta dalla forza e dalla qualità dei legami che tengono insieme una comunità.
Parlare di comunità educante non significa delegare l’educazione, ma piuttosto significa fare riferimento a tutti i soggetti che sono parte di un contesto umano e ai legami che possono stabilirsi tra di loro. Legami che non sono necessariamente spontanei, ma scelti, voluti, costruiti con pazienza, senza deleghe, in modo che ciascuno resti sé stesso, facendo la sua parte, cercando e offrendo maggiore forza attraverso le relazioni che stabilisce.
Occorre sottoscrivere un nuovo e forte patto educativo nella nostra comunità, nei nostri territori. È possibile dar vita ad un’alleanza tra diversi soggetti, tale che li coinvolga insieme nel ridare valore all’educazione, perché si superi l’attuale crisi e non si lascino sole le nuove generazioni nella fatica di crescere. Occorre, oltre che affermazioni di principio, passare anche ad una operatività concreta e ad una presa in carico delle bambine e dei bambini, dei ragazzi e delle famiglie della nostra diocesi. La necessità di uscire dalla propria autoreferenzialità, cercando alleanze, riguarda tutti noi e riguarda soprattutto la nostra capacità di essere profeti e operatori di carità. Questo tempo di epidemia ha rotto legami e ha peggiorato la situazione dei nostri quartieri, delle nostre parrocchie. Solo con una partecipazione più forte di tutti possiamo provare a recuperare la distanza che si è acuita. Serve un supplemento d’amore, un supplemento di impegno comune. La situazione, nei nostri territori, dei NEET (Giovani e Adolescenti che non hanno né cercano un impiego e non frequentano una scuola né un corso di formazione o di aggiornamento professionale) è davvero preoccupante e i dati sono superiori di molto alla media nazionale. Il tema della formazione e della formazione professionale è diventato centrale nella costruzione di presente e futuro delle nostre comunità. Il tema della povertà educativa è necessario che assuma centralità nelle nostre programmazioni e nei percorsi di promozione umana ed evangelizzazione. Serve una progettazione che parta dalle comunità, che riconosca dignità ai territori offrendo spazi di progettazione “gentile” dunque aperta a tutti, ed insieme “mite”, dato che nessuno ha la risposta a tutti i problemi e difficoltà. Un percorso “popolare” che attiri e renda partecipi i giovani, le famiglie, le donne, gli operatori pastorali. Che sia rivolto al tempo stesso ai giovani in formazione, i professionisti dei percorsi educativi e ai genitori delle nostre comunità.
È un percorso necessario, educativo e allo stesso tempo di liberazione. Occorre tutti insieme occupare i territori, renderli fruttuosi, creando comunità e contrastando con l’attività quotidiana tutte quelle esperienze che tolgono la speranza. Contrastare la povertà educativa significa contrastare la mafia e la criminalità presente nei territori della nostra terra. Occorre richiamare tutti, anche le istituzioni pubbliche, con il loro ruolo in questo dinamismo che costruisce legami e dunque costruisce comunità, appartenenza, genera servizi migliori per i giovani. Occorre formare operatori pastorali di prossimità capaci di ricercare il bene comune e che valorizzano la relazione, il legame con il territorio, la co-progettazione, la mediazione sociale, la capacità di attivazione, la reciprocità responsabile.
Visto anche il documento di collaborazione e sinergia “…va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo” che alcune Congregazioni religiose hanno sottoscritto riteniamo necessario continuare una stretta e fattiva collaborazione tra gli uffici di pastorale diocesana e le comunità religiose della diocesi e rendere visibile un percorso che coinvolga tutte le comunità. Questa sinergia è essa stessa segno di comunione e generatività di progettualità. Non si tratta di pensare iniziative complesse e faticose. Piuttosto, creare percorsi, attivare reti, promuovere formazione, favorire i legami, contribuire a tessere le reti che fanno comunità: censire ciò che di positivo esiste sul territorio, dar vita a tavoli che facciano incontrare i protagonisti, mettere a disposizione risorse perché ciò che di positivo e di serio si progetta possa essere realizzato e possa contribuire a dare sempre più valore al servizio di coloro che si dedicano alle nuove generazioni.
Il Beato Giuseppe Puglisi è il testimone più significativo di questo approccio e di questo metodo educativo. Con il suo lavoro quotidiano nel territorio e nella comunità ci ha indicato la strada da seguire con determinazione e senza paure.
Verrà attivato un Servizio di supporto alle parrocchie e alle associazioni ecclesiali sui temi educativi con un pronto intervento educativo al fine di individuare le risorse necessarie, e un percorso di formazione per permettere alle parrocchie e alle associazioni, singole o associate di leggere i territori, programmare e svolgere al meglio la predisposizione di patti educativi e promuovere concreti percorsi di liberazione.
Il gruppo di lavoro per l’elaborazione della proposta e di coordinamento per le attività connesse è stato composto dagli Uffici Pastorali:
Caritas Diocesana, Pastorale Sociale e del Lavoro, Pastorale Universitaria, Pastorale Giovanile e dai referenti dell’Ispettoria Salesiana Sicula, della Congregazione della Piccola Opera della Divina Provvidenza (Opera don Orione), della Congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza (Opera don Calabria), dell‘Ordine dei Frati Minori Cappuccini della Provincia di Palermo e l’Associazione Inventare Insieme, e dal Centro Arrupe della Compagnia di Gesù in Sicilia.