

Un gruppo di alunni, dai 15 ai 18 anni che frequentano l’Istituto tecnico industriale “Ettore Majorana” hanno cucinato e distribuito pasti per gli indigenti della città. Attività formative previste da un Protocollo d’intesa tra Miur e Caritas italiana.
Studenti a scuola di solidarietà per conoscere da vicino i servizi a favore delle persone più bisognose della città. Con questo obiettivo un gruppo di alunni, dai 15 ai 18 anni, dell’Istituto tecnico industriale “E. Majorana” ha fatto tappa nella mensa San Carlo della Caritas diocesana di Palermo, che garantisce ogni giorno un pasto caldo a chi si trova in una situazione di grave difficoltà economica.
I ragazzi, accompagnati dall’insegnante Alba Faraone, hanno assistito per tutta la mattina all’organizzazione e gestione della mensa, partecipando attivamente in piccoli gruppi alle attività di cucina, allestimento della sala pranzo e distribuzione dei pasti per gli ospiti della struttura.
L’incontro si inserisce nell’ambito di un più ampio Protocollo d’intesa tra Miur e Caritas italiana per promuovere attività che incentivino nei giovani i valori del volontariato e della solidarietà sociale, attraverso azioni ed esperienze concrete. A livello locale, l’ “Ettore Majorana” è stato una delle scuole che ha aderito.
“E’ stata davvero un’esperienza molto importante – dice Zidane, uno studente originario del Togo -. Toccare con mano e vedere con gli occhi che a Palermo la povertà reale esiste ci aiuta a crescere e ci rende ancora più disponibili a essere solidali e a dare aiuto e supporto a chi ha bisogno”.
Dello stesso parere è anche il giovane Giuseppe, 17 anni, “Esperienze come quelle fatte oggi ci fanno conoscere realtà diverse rispetto a quelle in cui abbiamo la fortuna di vivere e questo ci aiuta a valorizzare le diversità e ad imparare che esiste un’altra città, fatta di tante persone in difficoltà che hanno bisogno del sostegno di ciascuno di noi”.
A fare da “Cicerone” è stata una delle cuoche che da 7 anni si occupa di preparare ogni giorno i pasti per gli indigenti, l’operatrice Giovanna Conigliaro, che ha alle spalle tanti anni di volontariato, quando era responsabile della Caritas parrocchiale della chiesa Santa Caterina da Siena. “Cucinare per chi si trova in uno stato di disagio non si esaurisce con il preparare e dare del cibo a chi non può permetterselo. Ma è qualcosa che va oltre. Il donare diventa un accompagnamento della persona. Noi ci fermiamo a parlare con chi si reca a mangiare a mensa, ascoltiamo le loro difficoltà e li seguiamo verso un percorso di autonomia personale”. “Ritengo – conclude Conigliaro – che queste iniziative siano davvero importanti perché gettano dei semi di valori e di esempi alle nuove generazioni da cui può nascere un sentimento di solidarietà collettiva”.
“L’attività fatta oggi farà parte del curriculum didattico maturato da ciascun studente e come tale, sarà oggetto di valutazione – spiega la professoressa Alba Faraone, docente di italiano -. Perché crediamo che azioni concrete di volontariato e solidarietà verso i più poveri siano esperienze e tappe indispensabili della crescita personale di ogni adolescente. È compito nostro, come insegnanti, guidare gli alunni verso comportamenti solidali e le esperienze di volontariato hanno certamente un alto valore formativo”.